domingo, 29 de janeiro de 2012

CARLOS AZEGLIO CIAMPI

Carlo Azeglio CiampiDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Carlo Azeglio Ciampi



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X Presidente della Repubblica Italiana
Durata mandato 18 maggio 1999 –
15 maggio 2006
Predecessore Oscar Luigi Scalfaro
Successore Giorgio Napolitano

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Presidente del Consiglio dei ministri
Durata mandato 28 aprile 1993 –
10 maggio 1994
Presidente Oscar Luigi Scalfaro
Predecessore Giuliano Amato
Successore Silvio Berlusconi

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Governatore della Banca d'Italia
Durata mandato 1979 –
1993
Predecessore Paolo Baffi
Successore Antonio Fazio

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Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica
Durata mandato 17 maggio 1996 –
13 maggio 1999
Presidente Romano Prodi,
Massimo D'Alema
Predecessore Lamberto Dini (Tesoro);
Mario Arcelli (Bilancio)
Successore Giuliano Amato

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Senatore a vita
In carica
Inizio mandato 15 maggio 2006

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Dati generali
Partito politico Partito d'Azione (1943-47)
Alma mater Scuola normale superiore, Pisa
sen. Carlo Azeglio Ciampi
Parlamento italiano
Senato della Repubblica
Luogo nascita Livorno
Data nascita 9 dicembre 1920 (1920-12-09) (91 anni)
Titolo di studio Lauree in Lettere e in Giurisprudenza
Professione Economista, politico
Gruppo gruppo misto[1]
Senatore a vita
Investitura Senatore di diritto
Data 15 maggio 2006
« Si avvera il mio sogno europeo: uniti grazie ai valori condivisi. »
(Carlo Azeglio Ciampi in occasione della firma, a Roma nel 2004, della Costituzione Europea)

Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920) è un economista e politico italiano, decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006.

È stato governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio dei ministri e ministro del turismo e dello spettacolo ad interim (1993-1994) e ministro del tesoro e del bilancio (1996-1999). Con la fine del suo mandato presidenziale è diventato senatore a vita. Primo presidente del Consiglio e primo capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica, Ciampi fu anche il secondo presidente eletto dopo essere stato governatore della Banca d'Italia preceduto da Luigi Einaudi nel 1948.

Dopo una militanza giovanile nel Partito d'Azione, Ciampi non ha più aderito ad alcun partito.[2][3]

Indice [nascondi]
1 Note biografiche
1.1 Durante la Resistenza
1.2 Banca d'Italia
2 Incarichi di governo
2.1 Governo Prodi e D'Alema
3 Presidente della Repubblica
3.1 Nomine Presidenziali
4 Senatore a vita
5 Opere
6 Onorificenze
6.1 Onorificenze italiane
6.2 Onorificenze straniere
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni

Note biografiche [modifica]Figlio di Pietro Ciampi e di Maria Masino, piemontese di Cuneo. Dopo aver conseguito la laurea in Lettere nel 1940 alla Scuola Normale di Pisa, dove aveva frequentato, rimanendone affascinato, le lezioni del filosofo Guido Calogero e dove aveva conosciuto anche Franca Pilla, la futura moglie, fu chiamato alle armi nello stesso anno come sottotenente del Regio Esercito Italiano in Albania.

Durante la Resistenza [modifica] Per approfondire, vedi la voce Resistenza italiana.

Quando venne siglato l'armistizio dell'8 settembre 1943, Ciampi, che si trovava in Italia con un permesso, rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e si rifugiò a Scanno, in Abruzzo, col suo maestro Guido Calogero, esponente di primo piano del pensiero liberalsocialista e vicino al Partito d'Azione.

Il 24 marzo 1944 Ciampi, con un gruppo di una sessantina di persone, fra cui lo stesso Calogero, altri antifascisti, prigionieri sfuggiti alla Wehrmacht e con l'aiuto della guida locale Alberto Pietrorazio,[4] partendo da Sulmona si mise in marcia per raggiungere gli Alleati, attraversando il massiccio della Majella.

Si trattava di un viaggio difficile e pericoloso, in mezzo alla neve e a temperature molto basse, lungo un percorso che attraversava le linee tedesche passando per il Guado di Coccia:

« Si progredisce molto lentamente in alcuni punti, dovendo camminare quasi a quattro gambe perché i soli piedi non fanno presa (specie io che non ho i chiodi)
(...) Qualcuno comincia a scoppiare, cerco di aiutare insieme ad un altro un prigioniero che non ce la fa più: avvertiamo Alberto, ma questo dice che non può rallentare la marcia in quanto che si deve giungere al Guado di Coccia prima dell'alba, pena la sicurezza della spedizione

(...) Alle quattro ormai del 25 marzo siamo al Guado[5] »


L'itinerario, che tocca Taranta Peligna e Campo di Giove, condusse infine i sopravvissuti a Casoli. Il gruppo, che perde una decina di componenti, stremati dal freddo e dalla fatica, incontra per primo i Patrioti della Brigata Maiella.[6]

Ciampi riesce quindi ad arrivare a Bari, dove consegna a Tommaso Fiore il testo manoscritto del «catechismo liberalsocialista del Partito d'azione» datogli da Calogero, si arruola nel rifondato esercito italiano e si iscrive al Partito d'Azione.

Banca d'Italia [modifica] Per approfondire, vedi la voce Banca d'Italia.

Nel 1946 sposa Franca Pilla (nata il 19 dicembre 1920), consegue la seconda laurea in giurisprudenza presso l'Università di Pisa e, su pressione della moglie[senza fonte], partecipa al concorso che lo fa entrare come impiegato in Banca d'Italia, dove rimarrà per 47 anni (14 da governatore), dopo aver abbandonato l'insegnamento, che era la sua vera grande passione.[senza fonte] Dopo la laurea in Lettere aveva infatti ottenuto una cattedra di Lettere Italiane e Latine al Liceo Classico di Livorno, dove sono ancora conservati i documenti che attestano il suo passaggio dalla Scuola alla banca d'Italia.

Nello stesso anno si iscrive anche alla CGIL e ne conserva la tessera fino al 1980.[7]

Nel 1960 fu chiamato all'amministrazione centrale della banca di cui nel 1970 assunse la direzione. Nel 1973 diventò segretario generale, vice direttore generale nel 1976 e direttore generale nel 1978. Nell'ottobre del 1979 fu nominato governatore della Banca d'Italia e presidente dell'Ufficio italiano dei cambi nel pieno della bufera che aveva travolto l'istituzione dopo il crack di Michele Sindona e gli arresti del governatore Paolo Baffi e del vicedirettore Mario Sarcinelli (entrambi poi scagionati da ogni accusa). Ciampi ha dichiarato che «Appena nominato Governatore andai a rendere omaggio al Capo dello Stato e dissi chiaramente che se Mario Sarcinelli avesse dovuto lasciare la Banca d'Italia, mi dovevano considerare dimissionario»[8]. Ricoprì l'incarico fino al 1993.

Incarichi di governo [modifica] Per approfondire, vedi la voce Governo Ciampi.

Dall'aprile 1993 al maggio 1994 fu il presidente del Consiglio di un governo tecnico di transizione, il primo presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica. Non sono mancate anche in tal senso polemiche, che, sebbene minoritarie vedono una carenza di rappresentatività popolare negli organi costituzionali, non avendo egli mai ricoperto cariche elettive.

Nel giugno 1994 fu chiamato a ricoprire la carica di vice-presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali,[9] ruolo che detenne fino al maggio 1996.

Governo Prodi e D'Alema [modifica]In seguito è stato ministro del tesoro (dall'aprile 1996 al maggio 1999) nei governi Prodi I e D'Alema I. In questo periodo, la sua opera è stata caratterizzata dal contenimento dell'enorme debito pubblico italiano in vista del rispetto dei parametri di Maastricht, per garantire l'accesso dell'Italia alla moneta unica europea. Ha avviato il processo di risanamento delle Poste italiane.

È autore di alcuni libri, tra i quali si ricordano: Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993 (finito di stampare nel 1994); Sfida alla disoccupazione: promuovere la competitività europea e Un metodo per governare, entrambi del 1996.

Presidente della Repubblica [modifica] Il Presidente Ciampi durante il messaggio per la Festa del Tricolore del 2003.La sua candidatura viene avanzata da un vasto schieramento parlamentare e in particolare dall'allora Presidente del Consiglio D'Alema che ottiene, durante le trattative, il benestare dell'opposizione di centro-destra, anche se Ciampi, che non era iscritto in alcun partito, era molto vicino all'Ulivo. Considerato come figura fondamentale per l'entrata nell'Euro e come uno dei ministri più popolari del governo gode anche dell'appoggio del mondo economico e finanziario oltre che della stima dei dirigenti dell'Unione Europea. Il 13 maggio 1999 venne eletto alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010), decimo presidente della Repubblica. In questa veste, egli ha cercato di trasmettere agli italiani quel patriottico sentimento nazionale che deriva dalle imprese del Risorgimento e della Resistenza e che si manifesta nell'Inno di Mameli e nella bandiera tricolore.

Ciampi è stato un Presidente che, come avvenuto con Sandro Pertini, ebbe sempre un alto indice di gradimento popolare nei sondaggi fatti dai vari Istituti italiani, con una media oscillante tra il 70 e l'80% (il minimo si registrò con il 67% relativo al nord-est del Paese, ossia dove la Lega Nord è più forte). Rimanendo sempre, perciò, una delle figure nelle quali gli italiani riponevano la loro fiducia e rafforzando con la sua figura istituzionale lo stesso ruolo del Presidente della Repubblica.

Come Pertini, anche Ciampi ha assistito ad una finale calcistica dell'Italia, infatti il 2 luglio 2000 l'ex Capo dello Stato era presente allo Stadio De Kuip di Rotterdam nella sfortunata Finale di Euro 2000 persa dagli azzurri ai supplementari per 2-1 contro la Francia.

Ha ricevuto, nel 2005, il premio Carlo Magno dalla città tedesca di Aquisgrana per il suo impegno volto a garantire l'idea di Europa unita e pacifica;[10] sempre nel 2005, ha anche ricevuto honoris causa il David di Donatello per la sua volontà di rilanciare il cinema italiano.

In un intervento al Parlamento europeo è stato vivacemente contestato da alcuni europarlamentari della Lega, tra cui Mario Borghezio, scontenti per l'ingresso dell'Italia nella Moneta comune Europea, l'Euro, citato nel discorso del Presidente della Repubblica.

Durante il settennato Ciampi e Signora hanno posto la loro residenza presso il palazzo del Quirinale.

La consorte del Presidente, come raramente accadde in passato, è stata spesso presente agli incontri che il marito ebbe in Italia ed all'estero; "donna Franca", come è stata chiamata, ha fatto alcune dichiarazioni "fuori dal protocollo": hanno fatto discutere le sue esternazioni riguardo alla "TV deficiente", alla bontà e all'affetto dei napoletani ("La gente del sud è più buona e intelligente").

Da più parti a Ciampi è stato chiesto di rimanere Capo dello Stato per un secondo mandato ma egli, seppur lusingato, ha escluso l'ipotesi di un Ciampi bis al Quirinale. Sia il centro destra, sia il centro sinistra, lo hanno più volte ringraziato per il suo operato super partes e come garante istituzionale.

Il 10 febbraio 2006 ha aperto, come da protocollo, i Giochi olimpici invernali di Torino 2006.

Il 3 maggio 2006 con una nota ufficiale dal Quirinale Ciampi ha confermato la sua indisponibilità ad un settennato-bis: i motivi che l'hanno spinto a questa decisione sono l'età avanzata e la convinzione che "il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato".[11] In effetti, è stato osservato che nessun Presidente della Repubblica è mai stato investito di un secondo mandato.

Napolitano subentra al Presidente Ciampi. Il Presidente Ciampi lascia il posto a Napolitano. Nomine Presidenziali [modifica]Governi

D'Alema II, 22 dicembre 1999
Amato II, 25 aprile 2000
Berlusconi II, 10 giugno 2001
Berlusconi III, 23 aprile 2005
Giudici della Corte costituzionale:

Giovanni Maria Flick, 14 febbraio 2000
Franco Gallo, 14 settembre 2004
Sabino Cassese, 4 novembre 2005
Maria Rita Saulle, 4 novembre 2005
Giuseppe Tesauro, 4 novembre 2005
Senatori a vita

Rita Levi-Montalcini, 1º agosto 2001
Emilio Colombo, 14 gennaio 2003
Mario Luzi, 14 ottobre 2004
Giorgio Napolitano, 23 settembre 2005
Sergio Pininfarina, 23 settembre 2005
Senatore a vita [modifica]Ciampi si è dimesso il 15 maggio 2006, stesso giorno in cui il suo successore (nominato da Ciampi senatore a vita pochi mesi prima) Giorgio Napolitano ha prestato giuramento. Il suo primo atto da senatore a vita è stato quello di votare la fiducia al secondo governo Prodi,[12] esprimendosi favorevolmente riguardo al nuovo esecutivo. Ciò ha provocato l'accesa reazione, manifestata durante la votazione con fischi e grida, di numerosi esponenti della Casa delle Libertà.

Un mese dopo le sue dimissioni ha annunciato che avrebbe votato no al referendum confermativo sulle riforme istituzionali, motivando questa scelta in coerenza con il suo costante impegno a difesa della Costituzione: tale posizione è stata criticata dal centro destra ed apprezzata dal centro sinistra dalla componente dei costituzionalisti che ad esso si ispira. Dal 2007, pur non avendo mai accettato di aderirvi ufficialmente, è considerato vicino al Partito Democratico che lo ha nominato componente di diritto del Coordinamento Nazionale, come membro onorario[13][14][3].

Designato presidente del comitato organizzativo delle manifestazioni per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia nel 2011, è costretto a dimettersi dall'incarico nell'aprile 2010 per un peggioramento delle sue condizioni fisiche dovuto alla vecchiaia e per la scarsa collaborazione ottenuta dalle forze politiche. A succedergli nell'incarico è stato Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio.

Opere [modifica]Scritti e conferenze di Carlo Azeglio Ciampi, 6 voll., s.l., Banca d'Italia, 1983-1993.
Sfida alla disoccupazione. Rafforzare la competitività europea, a cura di, Roma-Bari, Laterza, 1996. ISBN 88-420-5092-X
Mercati finanziari in evoluzione: riflessi per il governo della moneta e del credito, Un. Bocconi, Milano, dicembre 1989
Un metodo per governare, Bologna, Il mulino, 1996. ISBN 88-15-05228-3
Viaggio in Italia. Discorsi e interventi del presidente Carlo Azeglio Ciampi, 6 voll., Roma, a cura dell'Ufficio stampa e informazione della Presidenza della Repubblica, 2003-2006.
Dall'Europa all'euro, dall'euro all'Europa, Roma, Treves, 2004. ISBN 88-8463-001-0
Dalla crisi al risanamento, Roma, Treves, 2004. ISBN 88-8463-016-9
Dizionario della Democrazia, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2005. ISBN 88-215-5544-5
La libertà delle minoranze religiose, Bologna, Il mulino, 2009. ISBN 978-88-15-13148-5
Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano, di Arrigo Levi - Ciampi C. Azeglio, Bologna, Il mulino, 2010. ISBN 978-88-15-13793-7
Non è il paese che sognavo. Taccuino laico per i 150 anni dell'Unità d'Italia, colloquio con Alberto Orioli, Il Saggiatore, 2010
Favorino d'Arelate, di Ciampi C. Azeglio, curatore Montanari F., Editore Scuola Normale superiore di Pisa, 2011. ISBN 9788876424113
Onorificenze [modifica] Onorificenze italiane [modifica]Nella sua qualità di Presidente della Repubblica italiana è stato, dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006:

Capo dell'Ordine al merito della Repubblica italiana

Capo dell'Ordine militare d'Italia

Capo dell'Ordine al merito del lavoro

Capo dell'Ordine della stella della solidarietà italiana

Capo dell'Ordine di Vittorio Veneto

Onorificenze straniere [modifica] Grande Stella dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca (Austria)
— 2002
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale della Croce del Sud (Brasile)

Cavaliere di Gran Croce del Grand'Ordine del Re Tomislavo (Croazia)
«Per l'eccezionale contributo alla promozione dell'amicizia e della cooperazione allo sviluppo tra la Repubblica di Croazia e la Repubblica italiana.»
— Zagabria, 19 ottobre 2001[15]
Collare dell'Ordine della Croce della Terra Mariana (Estonia)
— 2004
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)
— 1985
Comandante di Gran Croce con Collare dell'Ordine delle Tre Stelle (Lettonia)

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale Norvegese di Sant'Olav (Norvegia)
— 2001
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno (Regno Unito)
— 16 ottobre 2000[16]
Cavaliere di I Classe dell'Ordine dell'Aquila Bianca (Polonia)

Gran Collare dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique (Portogallo)
— 22 febbraio 2002
Collare dell'Ordine della Stella di Romania (Romania)
— 2003
Cavaliere di Collare dell'Ordine Piano (Santa Sede)
— [17]
Membro di I Classe dell'Ordine della Doppia Croce Bianca (Slovacchia)
— 2002
Balì di Gran Croce di Onore e Devozione del Sacro Militare Ordine di Malta (SMOM)


Premio Carlo Magno
Note [modifica]^ Fonte: http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/00000594.htm
^ «La mia ultima tessera è stata quella del Partito d'Azione, e altre non ne ho mai più volute. Una fedeltà di coscienza» da intervista al Corriere della Sera del 15 luglio 2009 Pd Ciampi: Sua situazione avvilente ma eviti scissioni. URL consultato il 29 maggio 2010.
^ a b "Walter occasione di speranza e ora basta vecchi in politica", Massimo Giannini, La Repubblica, 29 giugno 2007.
^ Giancarlo Guzzardi (gennaio/febbraio 2004). Il Sentiero della Libertà. La rivista del C.A.I. CXXIII (2/2004): 46-51.
^ Liceo Scientifico Statale Fermi di Sulmona; AA.VV., Il sentiero della libertà. Un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi, Roma-Bari, Laterza, 2003.
^ Nel 2001, nella prima edizione del Freedom Trail, il Sentiero della Libertà, una marcia escursionistica che ripercorre lo stesso tracciato seguito da Ciampi e dai prigionieri di guerra fuggiti dal campo di Fronte d'Amore, l'allora Presidente fu presente all'inaugurazione della manifestazione.
^ Portale dell'ANPI di Roma [1]
^ La Storia siamo noi - puntata "Qualunque cosa succeda" dedicata a Giorgio Ambrosoli
^ Former members of the Board of Directors
^ Il premio Carlo Magno all'europeista Ciampi, La Repubblica — 19 dicembre 2004 [2]
^ Colle, no definitivo di Ciampi, Il Corriere della Sera - 3 maggio 2006 [3]
^ Senato, Prodi ottiene la fiducia, Il Corriere della Sera — 5 maggio 2006 [4]
^ Fonte: http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/51040/Partito_Democratico,_il_Coordinamento_Nazionale
^ Pd, Ciampi: Grillo? Non utile in politica. E incorona Bersani: Vero rifondatore, Adnkronos, 15 luglio 2009
^ (HR) Odluka o odlikovanju Njegove Ekscelencije Carla Azeglio Ciampia. Narodne novine, 19 ottobre 2001. URL consultato il 6 novembre 2010.
^ [5]
^ ImageShack - Image Hosting :: grandiimmagini26975vi.jpg
Bibliografia [modifica]Bruno Vespa, Il superpresidente. Che cosa cambia in Italia con Ciampi al Quirinale, Roma-Milano, RAI-ERI-Mondadori, 1999. ISBN 88-04-47159-X
Liceo scientifico statale Fermi, Sulmona; AA.VV., Il sentiero della libertà. Un tratto di strada con Carlo Azeglio Ciampi, 1943-44, Torre dei Nolfi, Qualevita, 2001.
Massimo Giannini, Ciampi. Sette anni di un tecnico al Quirinale, Torino, Einaudi, 2006. ISBN 88-06-18267-6
Alberto Spampinato, La lezione di Ciampi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006. ISBN 88-498-1445-3
Simona Colarizi e Giovanni Sabbatucci (a cura di), I presidenti. Da Enrico De Nicola a Carlo Azeglio Ciampi, Novara, De Agostini, 2006. ISBN 88-418-3187-1
Paolo Peluffo, Carlo Azeglio Ciampi. L'uomo e il presidente, Milano, Rizzoli, 2007. ISBN 978-88-17-01159-4
Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano, di Arrigo Levi - Ciampi C. Azeglio, Bologna, Il mulino, 2010. ISBN 978-88-15-13148-5
CIAMPI C. AZEGLIO; ANDREELLA F. (CUR.), "IO SONO ITALIANO, SIATELO ANCHE VOI!", Vicenza, Edizioni Il Punto d'Incontro, 2006. ISBN 978-88-8093-518-6
Rosario Forlenza, La Repubblica del Presidente. Gli anni di Carlo Azeglio Ciampi 1999-2006, 1a ed., Reggio Emilia, Diabasis, aprile 2011, pp. 168. ISBN 978-88-8103-747-6
Voci correlate [modifica]Governo Ciampi
Elezione Presidente della Repubblica 1999
Banca d'Italia
Altri progetti [modifica] Wikisource contiene opere originali di o su Carlo Azeglio Ciampi
Wikinotizie contiene notizie di attualità su Carlo Azeglio Ciampi
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Carlo Azeglio Ciampi
Wikiquote contiene citazioni di o su Carlo Azeglio Ciampi
Articolo su Wikinotizie: Ciampi: "Farò il senatore a vita"
Collegamenti esterni [modifica]Quirinale: Presidente Ciampi
Scheda su Openpolis
Registrazioni audiovideo integrali di Carlo Azeglio Ciampi sul sito di Radio Radicale
Sito ufficiale del Senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi
Tesi di laurea: "La costruzione dell'identità nazionale: i discorsi del presidente Carlo Azeglio Ciampi nella lettura della stampa"
Intervista a Ciampi a Parla con me
Ciampi: "La notte del '93 con la paura del golpe"
Predecessore: Governatore della Banca d'Italia Successore:
Paolo Baffi 1979 - 1993 Antonio Fazio
Predecessore: Direttore Generale della Banca d'Italia Successore:
Mario Ercolani 1978 - 1979 Lamberto Dini
Predecessore: Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Successore:
Giuliano Amato 1993 - 1994 Silvio Berlusconi
Predecessore: Ministro del Tesoro della Repubblica Italiana Successore:
Lamberto Dini dal 18 maggio 1996 al 13 maggio 1999 (Governi Prodi I e D'Alema I) Giuliano Amato
Predecessore: Ministro del Turismo e dello Spettacolo Successore:
Margherita Boniver dal 1993 al 1994
ad interim
ministero soppresso
Predecessore: Presidente della Repubblica Italiana Successore:
Oscar Luigi Scalfaro 18 maggio 1999 - 15 maggio 2006 Giorgio Napolitano
Presidenti della Repubblica Italiana
De Nicola (1946-1948) · Einaudi (1948-1955) · Gronchi (1955-1962) · Segni (1962-1964) · Saragat (1964-1971) · Leone (1971-1978) · Pertini (1978-1985) · Cossiga (1985-1992) · Scalfaro (1992-1999) · Ciampi (1999-2006) · Napolitano (2006-in carica)
Presidenti del Consiglio dei ministri
Alcide De Gasperi | Giuseppe Pella | Amintore Fanfani | Mario Scelba | Antonio Segni | Adone Zoli | Fernando Tambroni | Giovanni Leone | Aldo Moro | Mariano Rumor | Emilio Colombo | Giulio Andreotti | Francesco Cossiga | Arnaldo Forlani | Giovanni Spadolini | Bettino Craxi | Giovanni Goria | Ciriaco De Mita | Giuliano Amato | Carlo Azeglio Ciampi | Silvio Berlusconi | Lamberto Dini | Romano Prodi | Massimo D'Alema | Mario Monti
[mostra]v · d · mVincitori del Premio Carlo Magno
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