terça-feira, 31 de agosto de 2010

3014 - ZWINGLISMO



Wiki: Filippo I d'Assia (1/3)
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Filippo I d'Assia, detto der Großmütige (Il Magnanimo) (Marburgo, 13 novembre 1504 - Kassel, 31 marzo 1567), fu Langravio d'Assia, importante esponente della Riforma protestante ed una delle più importanti figure del Rinascimento tedesco.

Indice:
1. Primi anni e adesione al Protestantesimo
2. Introduzione della Riforma in Assia
3. Sospetti di Zwinglismo
4. Capo della lega di Smalcalda
5. Bigamia
6. Aperture nei confronti dell'Imperatore
7. Ripresa delle ostilità con Carlo V
8. Imprigionamento di Filippo ed interregno in Assia
9. Ultimi anni
10. Matrimoni e discendenza
11. Antenati
12. Bibliografia
13. Voci correlate
14. Altri progetti
15. Collegamenti esterni


Filippo I d'Assia



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Langravio d'Assia

Regno 1509-1567
Predecessore Guglielmo III d'Assia
Successore Guglielmo IV d'Assia-Kassel
Luigi IV d'Assia-Marburg
Filippo II d'Assia-Rheinfels
Giorgio I d'Assia-Darmstadt

Nascita Marburgo, 13 novembre 1504
Morte Kassel, 31 marzo 1567
Casa reale Assia
Padre Guglielmo II d'Assia
Madre Anna di Meclemburgo-Schwerin
Coniuge Cristina di Sassonia
Margarethe von der Saale
Figli da Cristina di Sassonia
Agnese, Anna, Guglielmo IV, Filippo Ludovico, Barbara, Luigi IV, Elisabetta, Filippo II, Cristina, Giorgio I
da Margarethe von der Saale
Filippo, Ermanno, Cristoforo Ernesto, Margherita, Alberto, Filippo Corrado, Maurizio, Ernesto, Anna

1. Primi anni e adesione al Protestantesimo
Figlio di Guglielmo II d'Assia, e della sua seconda moglie Anna di Meclemburgo-Schwerin, perse il padre a soli cinque anni; nel 1514 la madre, dopo una lunga serie di lotte intestine alla Casata d'Assia, riuscì a farsi nominare reggente per il figlio fino al raggiungimento della sua maggiore età. Poiché, tuttavia, le polemiche sulla reggenza della madre perdurarono, venne dichiarato maggiorenne nel 1518 e l'anno successivo iniziò ad esercitare autonomamente il suo potere. La sua educazione fu piuttosto imperfetta, mentre la sua formazione morale e religiosa venne trascurata; nonostante tutto egli si sviluppò rapidamente come un valido statista e ben presto pose le basi per un incremento della sua autorità come governante.

Nel 1521 Filippo incontrò per la prima volta Martin Lutero alla Dieta di Worms e ne divenne un fervente seguace, nonostante dimostrasse scarsi interessi per le questioni religiose. Nel 1524 aderì formalmente alla Riforma protestante dopo il suo incontro con Filippo Melantone e partecipò alla Guerra dei contadini per sconfiggere Thomas Müntzer nella battaglia di Frankenhausen.

Dopo essersi rifiutato di aderire nel 1525 alla lega anti-luterana costituita per volere del duca Giorgio di Sassonia, si alleò con l'Elettore di Sassonia Giovanni, con cui firmò un patto di alleanza a Gotha il 27 febbraio 1526, dimostrando così la sua volontà di organizzare delle contromosse a protezione del potere dei principi luterani. Unendo i suoi interessi religiosi con quelli politici, si adoperò per impedire l'elezione alla corona del Sacro Romano Impero dell'arciduca Ferdinando nello stesso anno. Alla Dieta di Spira, Filippo manifestò pubblicamente la sua adesione alla Riforma protestante permettendo ai predicatori riformati di parlare pubblicamente in favore del loro credo e cancellando dal rituale della Dieta ogni riferimento alla religione cattolica.

2. Introduzione della Riforma in Assia
Questa voce è parte della serie

Luteranesimo


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Nonostante il movimento della Riforma non fosse così forte in Assia, Filippo si adoperò per ristrutturare l'organizzazione ecclesiastica dei suoi domini secondo i principi della Riforma protestante. In ciò fu supportato non solo dal suo cancelliere, l'umanista Feige di Lichtenau, ma anche dal suo cappellano Adam Krafft e dall'ex frate francescano François Lambert d'Avignone, fanatico avversario della fede ripudiata. Dopo aver adottato tutti i principi del luteranesimo, Filippo ordinò la dissoluzione di tutti i monasteri e le fondazioni reigiose cattoliche, devolvendone le proprietà in beneficenza o utilizzandone i proventi per costruire nuovi istituti scolastici. Fu infatti allora, nell'estate del 1527, che sorse per suo volere l'Università di Marburgo, che, come già l'Università di Wittenberg, divenne una scuola di teologia protestante.

Il suocero di Filippo, il duca Giorgio di Sassonia, insieme ai vescovi di Würzburg e Magonza, cercarono di allearsi per contrastare il diffondersi della nuova eresia, ma Filippo era già consapevole dell'esistenza di una lega di principi cattolici, grazie alle rivelazioni dategli da un avventuriero di nome Otto von Pack, il quale aveva prestato servizio per conto del Duca di Sassonia in importanti missioni. Egli testimoniò di un incontro avvenuto a Breslavia tra l'arciduca Ferdinando ed altri principi cattolici per organizzare la conquista dell'Ungheria e sferrare un duro attacco ai principi luterani. Per organizzare delle contromisure ai progetti di Ferdinando, Filippo I d'Assia incontrò il 9 marzo 1528 a Weimar l'elettore Giovanni di Sassonia, con il quale decise di formare a sua volta una lega di principi protestanti, per proteggere i propri territori da invasioni e razzie.

Tanto Lutero quanto il cancelliere dell'Elettore, Brück, benché convinti dell'esistenza della cospirazione anti-luterana, consigliarono a Filippo di non intervenire con un'azione offensiva. Le autorità imperiali a Spira proibirono qualunque violazione dello stato di pace mentre, dopo lunghi negoziati, Filippo riuscì ad ottenere che le spese per il suo armamento venissero pagate dalle diocesi di Würzburg, Bamberga e Magonza. Quest'ultimno vescovado venne inoltre obbligato a riconoscere la validità della giurisdizione ecclesiastica nei territori assiani e sassoni, fintantoché l'imperatore o un concilio cristiano avesse deciso il contrario.

Le condizioni delle trattative furono comunque molto sfavorevoli per Filippo I, il quale avrebbe potuto facilmente essere accusato di disturbare la pace dell'impero, tanto che alla seconda Dieta di Spira, nella primavera del 1529, egli venne pubblicamente ignorato dall'imperatore Carlo V. Ciononostante egli giocò un ruolo attivo nell'unire i rappresentanbti protestanti e nel preparare la famosa protesta di Spira; prima di lasciare la città egli riuscì, il 22 aprile 1529, a creare un accordo segreto tra la Sassonia, l'Assia e le città di Norimberga, Strasburgo e Ulma.

3. Sospetti di Zwinglismo


Ritratto di Ulrico Zwingli, di Hans Asper
Filippo era particolarmente ansioso di evitare delle divisioni sul tema dell'Eucaristia; per questo motivo egli invitò in Germania Ulrico Zwingli, preparando così il terreno per quello che passò alla storia come il colloquio di Marburgo, ossia un incontro tra Lutero e Zwingli sul tema della presenza di Cristo nell'Eucaristia. Benché l'atteggiamento dei teologi di Wittenberg frustrò i suoi tentativi di creare delle relazioni armoniose, e nonostante la situazione fosse ulteriormente complicata dalla posizione del margravio Giorgio di Brandeburgo-Ansbach, che desiderava una fede uniforme ed un ordinamento ecclesiastico unico, Filippo I riteneva che le divergenze tra gli studiosi di Strasburgo ed i seguaci di Lutero nelle loro teorie sui sacramenti ammettessero degli aggiustamenti.

Come conseguenza della sua azione diplomatica, Filippo venne sospettato di tendenze zwingliste. Allo stesso tempo, una serie di circostanze portarono Filippo ad essere molto vicino ai riformisti svizzeri e di Strasburgo; tra le principali cause vi furono i risultati di una conferenza tenutasi il 3 ottobre con l'Elettore di Sassonia ed il margravio Giorgio di Schleiz, l'ira dell'Imperatore per aver ricevuto da Filippo una dichiarazione contente i principi del Protestantesimo, composta da Lambert, nonché il fallimento del Langravio nel riuscire a formare una linea d'azione comune delle potenze protestanti con riguardo all'imminente guerra contro i Turchi.

Filippo aderì prontamente al progetto di Zwingli di creare una grande alleanza protestante che si estendesse dall'Adriatico alla Danimarca, per tenere sotto controllo il potere del Sacro Romano Imperatore in Germania. Questa sua posizione determinò però un raffreddarsi dei suoi rapporti con i seguaci di Lutero alla Dieta di Augusta del 1530, specialmente quando propose a Melantone la sua politica irenica e fece pressioni sugli astanti affinché tutti i protestanti formassero un fronte comune per richiedere che solo un concilio generale potesse decidere in materia di differenze religiose. Queste sue convinzioni gli valsero il sospetto di aderire allo zwinglismo e Filippo I si trovò quindi a dover spiegare chiaramente la sua posizione circa il sacramento dell'Eucaristia, e cioè che egli aderiva pienamente alla dottrina luterana, ma che d'altronde disapprovava la persecuzione del teologo svizzero.

L'intervento dell'Imperatore alla Dieta pose temporaneamente fine a queste dispute, ma quando Carlo V richiese ai rappresentanti protestanti di prendere parte alla processione del Corpus Domini e che terminassero le prediche luterane nella città, Filippo rifiutò di obbedire. Il Langravio d'Assia tentò inutilmente di far approvare un emendamento ai dieci articoli della Confessione augustana; quando però la sua proposta venne ufficialmente respinta, Filippo lasciò la dieta lasciando ai suoi rappresentanti la delega di sostenere la causa protestante. In questo periodo Filippo offrì rifugio a Lutero nei suoi territori ed iniziò a coltivare una stretta relazione con Martin Bucer, la cui capacità di comprensione delle dinamiche politiche lo rese particolarmente caro a Filippo I, appoggiandolo nel suo tentativo di cercare un compromesso nella controversia sull'Eucaristia.

4. Capo della lega di Smalcalda


Statua di Filippo I d'Assia nella cattedrale di Spira
Nel 1530 Filippo I d'Assia riuscì a portare a termine il progetto a cui aveva lavorato per lungo termine, ossia assicurare l'adesione delle potenze protestanti alla lega di Smalcalda, nata con lo scopo di proteggere i loro interessi religiosi e secolari dalle interferenze dell'Imperatore. Il Langravio ed il suo alleato, l'elettore Giovanni Federico I di Sassonia, divennero i leader riconosciuti di questa unione di principi e città tedeschi. Filippo si convinse così che il successo della causa protestante dipendeva dall'indebolimento della Casa d'Asburgo, tanto nell'Impero che all'estero.

Per evitare di ingaggiare delle ostilità, Filippo tentò di concludere in termini pacifici i propositi della politica protestante; egli propose un compromesso sul tema delle proprietà confiscate della Chiesa, ma allo stesso tempo era instancabile nel preparsi ad una nuova guerra, coltivando relazioni diplomatiche con qualunque potentato avesse degli interessi anti-asburgici. Gli accordi di Norimberga del 25 luglio 1532 portarono in ogni caso ad una svolta pacifica della situazione.

Filippo I si adoperò strenuamente nel cercare di portare nuovi alleati alla lega contro Carlo V e l'arciduca Ferdinando, che era stato investito del Ducato di Wurttemberg; la battaglia di Lauffen (13 maggio 1534), che costò a Ferdinando i possedimenti appena acquisiti, rese il Langravio d'Assia il nuovo eroe del giorno, portando la sua vittoria all'attivo della lega di Smalcalda. Negli anni seguenti, la coalizione da lui guidata divenne una delle pedine più importanti della politica europea, grazie soprattutto all'influenza di Filippo, il quale non perse nessuna occasione di perorare la causa protestante. L'alleanza della lega di Smalcalda venne ricercata persino da nazioni come la Francia e l'Inghilterra e si protrasse per circa una decina d'anni, durante i quali nuovi membri vi aderirono.

D'altronde i conflitti interni alla fazione protestante danneggiarono l'avanzamento dei loro interessi comuni, così Bucer, incoraggiato da Filippo I, si impegnò nel portare tutti i protestanti a perorare una causa religiosa comune; il risultato fu l'Accordo di Wittenberg. I timori dell'Imperatore circa i fini politici della lega di Smalcalda vennero quindi momentaneamente messi da parte, per dare maggior peso alle questioni religiose: un concilio in cui avrebbero dovuto partecipare dei rappresentanti del Papa venne cancellato, mentre i protestanti presero delle contromisure affinché le loro ragioni continuassero a venire perorate anche in futuro. Nel biennio 1538-1539 le relazioni tra i Cattolici ed i Protestanti arrivarono ad un punto critico, tanto che si evitò l'innescarsi di una guerra unicamente grazie alla Tregua di Francoforte; i protestani, però, non riuscirono ad avvalersi di tutte le prerogative loro concesse, principalmente a causa della docilità e malleabilità dimostrate da Filippo I d'Assia.

5. Bigamia
Questo inaspettato comportamento di Filippo fu ampiamente condizionato da due fattori: innanzitutto egli era indebolito da una vita licenziosa e la sua relazione coniugale stava per portare l'onta dello scandalo su tutto il movimento protestante. Dopo poche settimane dal suo matrimonio con la malaticcia e poco attraente Cristina di Sassonia, che era sospettata di abusare frequentemente di alcoolici, Filippo commise adulterio e, già nel 1526, cominciò a considerare l'ammissibilità della bigamia.

Filippo I d'Assia scrisse quindi a Martin Lutero per chiedergli la sua opinione in merito, portando come precedente la pratica della poligamia tra i patriarchi dell'Antico Testamento. Lutero rispose però che per un Cristiano non era sufficiente considerare gli atti dei patriarchi, ma che, come per i patriarchi, era necessaria una speciale sanzione divina. Dal momento che nel caso specifico del Langravio questa sanzione non esisteva, Lutero gli raccomandò di non incorrere in un rapporto matrimoniale poligamo, a meno che non vi fossero delle ragioni di estrema necessità, come ad esempio una moglie lebbrosa o comunque anormale sotto altri aspetti. Nonostante la replica poco incoraggiante di Lutero, Filippo non abbandonò il suo progetto, né tantomeno uno stile di vita basato sulla sensualità che, per anni, gli impedì di ricevere la comunione.

Egli fu influenzato dalle opinioni di Melantone circa il caso di Enrico VIII d'Inghilterra: il riformatore aveva infatti proposto che le difficoltà del Re venissero risolte prendendo una seconda moglie, piuttosto che divorziando dalla prima. A rafforzare la sua posizione vi erano delle affermazioni di Lutero stesso contenute nei suoi sermoni sulla Genesi, nonché alcuni precedenti storici che provavano che era impossibile che Dio non avesse punito i patriarchi, che nel Nuovo Testamento erano considerati come dei modelli di fede. Fu quindi durante un periodo di malattia causato dai suoi eccessi che Filippo prese seriamente la decisione di trovare una seconda moglie.

Questa soluzione sembrò a Filippo I l'unico unguento che potesse curare la sua coscienza, e l'unica speranza di elevamento morale che gli si prospettava. Egli quindi pensò di sposare la figlia di una dama di compagnia di sua sorella, Margarethe von der Saale. Il Langravio non aveva scrupoli di nessuna sorte, ma la prescelta non voleva compiere il grande passo a meno che non avesse ricevuto l'approvazione dei teologi, nonché il beneplacito del Principe Elettore di Sassonia e del duca Maurizio di Sassonia; nel mentre, Filippo ottenne facilmente il consenso della prima moglie. Bucer, fortemente condizionato da argomentazioni politiche, venne vinto dalla minaccia di Filippo I d'Assia di allearsi persino con l'Imperatore se non avesse assicurato il consenso dei teologi al matrimonio; gli studiosi di Wittenberg espressero quindi il loro parere favorevole, manipolati con il pretesto della necessità etica di questa soluzione per il Langravio.

Fu così che il "consiglio segreto di un confessore" venne estorto sia a Lutero che a Melantone, nessuno dei quali era a conoscenza del fatto che la seconda moglie era già stata scelta. Bucer e Melantone vennero quindi convocati da Filippo I, senza apparente motivo, a Rotenburg an der Fulda, dove, il 4 marzo 1540, Filippo e Margarethe vennero uniti in matrimonio. Il periodo in cui si svolsero queste vicende fu sicuramente poco adatto a sopportare qualunque scandalo concernesse i protestanti, in quanto l'Imperatore, che aveva respinto la Tregua di Francoforte, era in procinto di invadere la Germania. Poche settimane più tardi, in ogni caso, l'intera vicenda venne resa pubblica dalla sorella di Filippo, Elisabetta, causando un'impressione negativa in tutta l'area tedesca: alcuni alleati del Langravio si rifiutarono di continuare a servirlo e Lutero si rifiutò di confermare il proprio coinvolgimento nella questione, con la scusa che il suo era stato un consiglio reso all'interno del confessionale.

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